La ricerca ha dimostrato che i primi anni di vita di un bambino rappresentano le basi per l’apprendimento futuro. Il progresso delle ricerche che studiano le immagini cerebrali ha permesso di “scoprire” il funzionamento del cervello e di comprendere maggiormente il processo di riflessione ed apprendimento.
Giocare è una attività istintiva, che hanno tutti i cuccioli. In particolare per l’uomo il gioco è un’esperienza di grande significato, anche se per un adulto può non averne. Consente, infatti, al bambino di compiere degli esercizi essenziali per lo sviluppo delle sue abilità fisiche e mentali. Inoltre permette al bimbo di sperimentare e, di conseguenza, aumentare le proprie conoscenze. L’attività ludica è, infatti, la forma di espressione privilegiata dal bambino, lo strumento attraverso il quale si rapporta con se stesso, esplora il mondo circostante, ha la possibilità di ricombinare in maniera personale e creativa le informazioni, le indicazioni, i segnali che gli vengono dall’ambiente. Il gioco è quindi un’azione che il bambino compie intenzionalmente per inserirsi nella realtà che lo circonda e per manipolarla.
Durante il primo anno di vita giocare è il modo con cui i piccoli imparano a conoscere l’ambiente che li circonda. Crescendo i bambini possono giocare con un giocattolo, con altri bambini, e con gli adulti, così acquisiscono e migliorano le capacità necessarie per l’apprendimento strutturato delle fasi successive della loro vita. I bambini privati dell’opportunità di giocare e dei materiali di gioco sono in netto svantaggio nel formare basi solide per l’alfabetizzazione e la matematica, e per sviluppare le reazioni di adattamento alle sfide che si trovano ad affrontare ogni giorno all’interno dell’ambiente che li circonda. Quando i bambini giocano, sono innanzitutto attivi. Fanno qualcosa con gli occhi, le mani, a volte con tutto il corpo.
Maneggiano gli oggetti, a volte con una ripetitività sorprendente. Tendono ad esplorare gli oggetti con tutti i loro sensi, non solo con uno o due. I bambini piccoli spesso non usano i giocattoli nel modo in cui i loro genitori ritengono dovrebbero fare. Spesso sono innovativi e creativi. Certamente gli piace giocare con gli oggetti ma a modo loro. Insieme alle capacità di coordinamento manuale-visivo e di controllo che si affinano con i giocattoli, scaturirà un incredibile sviluppo dei concetti di comprensione del significato delle relazioni e delle caratteristiche intrinseche degli oggetti.
Un bambino che cerca di mettere un pezzo grande di puzzle in una rientranza piccola impara molto sui concetti “grande” e “piccolo”. Le capacità che si sviluppano con il gioco maturano insieme al bambino, evolvendosi in manifestazioni ancora più mature. E sebbene il livello e la complessità dei giocattoli debbano cambiare man mano che il bambino cresce, le capacità acquisite e ‘allenate’ con i primi giocattoli passeranno al livello successivo. I giochi, perciò, dovranno dare al bimbo la possibilità di utilizzare la propria immaginazione, possibilmente senza mettere dei limiti alla libertà di espressione della fantasia del bambino, ricordando, comunque, che i giochi vengono commercializzati per fascia di età e perciò sono studiati per stimolare le capacità dei bimbi, ma che i bambini non sono tutti uguali e quindi anche la scelta del gioco potrà essere adattata al loro sviluppo.