I Neonati Sognano? E se sì, Cosa Sognano?

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Il sonno dei neonati è un’esperienza da vivere. I neonati sognano e si agitano, muovono gambe e mani, piangono all’improvviso o sorridono. I genitori li osservano tra stupore e apprensione, in alcuni casi, se il bambino inizia a singhiozzare ad esempio oppure diventa pallido o al contrario paonazzo.

Si tratta a ogni modo di un sonno tipico di quella fase della vita e, ciò che ora si sa, è che i neonati sognano, seppur in maniera differente da quella degli adulti. 

Ma c’è di più. L’attività onirica infatti ha un peso preponderante nello sviluppo del cervello. 

Vediamo nel dettaglio cosa sognano i neonati, se possono anche avere degli incubi e cosa fare al loro risveglio.

I neonati sognano?

Per comprendere a fondo il sogno dei neonati, è importante innanzitutto comprendere quale sia il funzionamento dell’attività onirica negli adulti.

Si tratta di una vera e propria tempesta di onde elettriche: è così che potremmo definire i nostri sogni, che vanno a “infilarsi” e a percorrere i circuiti nervosi del nostro cervello. Non sempre ricordiamo i sogni fatti nel corso delle ore di sonno, ma una cosa è certa: tutti sogniamo regolarmente. Si stima che siano almeno cinque le fasi di sogno che si avvicendano l’una all’altra, quando ci addormentiamo, ognuna delle quali dura in media 15 o 20 minuti.

Il cervello dunque resta in attività, in contrasto invece con il corpo. Braccia e gambe sono abbandonate e ferme, totalmente atoniche. In questa fase di sogno, chiamata fase REM (Rapid Eye Movements) gli occhi per l’appunto si muovono in maniera rapida e il cervello sogna.

Anche i bambini e i neonati sognano e sperimentano fasi del sonno che sono più leggere, profonde o in fase REM (si definisce anche sonno attivo, perché in realtà il cervello è in movimento, quasi alla pari dei momenti di veglia).

La differenza con gli adulti è che, in fase REM, comunque il corpo continua a muoversi. Per questo motivo ai genitori appare una situazione strana, insolita e diventano apprensivi. I neonati infatti continuano a muoversi, ad agitare le mani, talvolta aprono gli occhi e li richiudono ma possono anche piangere, emettere suoni, arrossire, impallidire e via di seguito.

Cosa sognano i neonati

Tra i sogni che più spesso ricordiamo, una volta svegli, ci sono senza dubbio quelli legati a episodi realmente accaduti, a paure dei nostri giorni, persone conosciute in passato e via di seguito. Ma un neonato, che ancora non ha esperienze, né aspettative o ricordi di un vissuto, cosa potrà mai sognare?

Ebbene, i numerosi studi condotti al riguardo, portano i neuroscienziati ad affermare che i neonati sognano sensazioni. Un groviglio di emozioni che, proprio grazie al sogno, si fissa nella mente del bambino e lo aiuta non solo a comprendere la realtà ma anche a riordinarla.

Le ricerche a tal riguardo danno prova dei sogni dei neonati già in età fetale. In questa fase della vita, il neonato percepisce già la voce della mamma, i suoni esterni, le sensazioni di gioia o quelle legate a momenti di maggior agitazione. Il sogno aiuta il neonato a fissare i suoni, le immagini, la memoria linguistica. E non a caso il neonato sogna tanto, proprio per permettere al cervello di svolgere questa sua importante funzione, indispensabile per un corretto sviluppo e per l’apprendimento.

Considerando che un neonato dorme circa 16-18 ore al giorno, si stima che l’attività onirica (attiva quindi in fase REM) copra ben il 50% del tempo ovvero 8-9 ore.

Neonati che ridono nel sonno: stanno sognando?

Non c’è mamma che, osservando il proprio piccolo mentre dorme e vedendo che accenna un sorriso, non pensi al fatto che stia sognando proprio lei… In fondo continuare a crederlo non nuoce a nessuno ma la scienza afferma che si tratti di movimenti involontari della mimica facciale, mentre i neonati sognano.

I bambini -e in genere gli esseri umani- sognano perché hanno la capacità di immaginare le cose, caratteristica ad esempio che ci differenzia dagli animali. Senza dubbio, nel corso delle fasi del sogno, provano emozioni e sensazioni, come già sottolineato, che possono alternarsi tra gioia e piacere, disgusto e collera, tristezza oppure stupore. 

Ma, stando appunto alle ricerche scientifiche, non sembra possibile che siano in grado di collegare, la mimica facciale a ciò che stanno sognando, in quel preciso frangente.

Fino a circa tre anni di età dunque, il mondo onirico dei neonati resta avvolto nel mistero. È solo dal quel momento in poi infatti che i bambini riescono a esprimere anche con le parole ciò che hanno sognato e iniziano a distinguere tra sogno e realtà, come invece non accade nei primi anni di vita.

I neonati fanno incubi?

neonato che piange

Se il bambino scoppia a piangere nella notte o manifesta un attacco di panico con un urlo seguito da pianto e grida (pavor nocturnus), allora questo episodio potrebbe essere legato a un incubo. Però di solito sono manifestazioni che si verificano a partire dai 18 mesi in su.

Conoscere e imparare a comprendere questo aspetto del sonno e del sogno dei bambini è importante per sapere come intervenire. Infatti nei primi mesi di vita, se il bambino piange di notte nel corso di episodi che rimangono circoscritti, allora potrebbe anche esserci un risvolto psicologico legato al sogno che sta facendo.

Al contrario, se le crisi di pianto si ripetono, durano a lungo, allora è il caso di contattare il proprio pediatra di famiglia. Infatti il malessere del piccolo potrebbe legarsi a disturbi gastroesofagei o a problemi di tipo respiratorio. In ogni caso dunque, più a una condizione fisica che psicologica.

Cosa può fare la mamma, o i genitori, nel momento in cui i neonati sognano e scoppiano a piangere durante la notte? Innanzitutto non spaventarsi perché, come già evidenziato, potrebbe essere un episodio legato a delle emozioni che stavano vivendo durante il sogno. Il piccolo va semplicemente calmato e consolato, con dolcezza e facendo sentire la propria presenza.

A partire dai tre anni di età, invece, il bambino sarà in grado di esprimersi anche da un punto di vista verbale. Per tale motivo, è bene chiedere al risveglio cosa ricordano di aver sognato e magari suggerire di fare un disegno al mattino, così da rielaborare in maniera educativa e positiva la percezione delle loro emozioni e la distinzione tra la realtà e il sogno fatto.

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